24.08.2014 15:34
Alla scuola primaria è fondamentale parlare di geometria. Spesso, però, lo facciamo nel modo sbagliato: forniamo una definizione, un esempio di disegno e diamo ai bambini da studiare a memoria la definizione e chiediamo loro di saper riconoscere gli oggetti geometrici e saperli disegnare e denominare.
Ma è giusto così? NO. I bambini devono sperimentare e arrivare a definire, con l'aiuto dell'insegnante, gli oggetti geometrici. Come fare? Con software di geometria sviluppati apposta per le scuole. Due esempi sono Cabrì (a pagamento) e GeoGebra (gratuito). Software molto intuitivi che permettono ai bambini di costruire gli oggetti geometrici in modo semplice e guidato.
Ecco come strutturare le lezioni di geometria:
- affrontare con il computer la costruzione di un qualsiasi ente geometrico (che sia punto, retta, triangolo, ecc...)
- prevedere un momento di riflessione collettiva in cui i bambini parlano di ciò che hanno osservato e notato lavorando sul software
- lasciarli lavorare ancora al computer
- tutti insieme pensare alla definizione dell'oggetto disegnato con il software (l'insegnante li guida a trovare le parole giuste e li porta verso una corretta definizione..ma mi raccomando...cerchiamo la corretta definizione, non facciamoci bastare le definizioni sui libri dei bambini)
-disegnare sul quaderno l'oggetto geometrico
- fare esercizi di disegno e riconoscimento
- riprendere sempre le definizioni, i disegni e gli esercizi con frequenza settimanale.
24.08.2014 15:18
La soluzione dei problemi deve essere proposta da subito. E' molto più importante sviluppare la logica che il calcolo (anche questo comunque importante) nel momento in cui useranno a vita la calcolatrice, ma la logica non sviluppata non arriverà mai più.
La soluzione dei problemi va affrontata inizialmente in classe insieme. Di solito io svolgo problemi di una certa difficoltà in classe e assegno problemi più semplici a casa.
Nelle verifiche, a partire dalla classe terza, i problemi hanno più domande messe in ordine crescente di difficoltà, in modo da dare la possibilità a tutti di rispondere almeno alla prima domanda.
La valutazione del problema non è facilissimo. Bisogna considerare se l'errore è dato dal calcolo o dalla scelta dell'operazione. Se il problema è stato in parte compreso o se non è stato per niente capito.
Per esempio, se un bambino ha scelto l'operazione giusta, ma sbaglia a fare il calcolo, non togliamo tutto il punto, considerando errore completo. Consideriamo che ha capito come doveva essere risolto ma poi ha sbagliato il calcolo, quindi gli andremo a togliere qualcosina ma non tutto il punto!
Il trucco è stabilire già prima, in un problema a più domande, quanti punti assegnare a ogni risposta completamente corretta e decidere prima quanto togliere in caso di errori di calcolo.
E' possibile anche far risolvere i problemi con la calcolatrice. L'importante è comprendere come va risolto. Per l'allenamento coi calcoli si possono prevedere a parte allenamenti di classe o individuali.
24.08.2014 00:00
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